Non tutto il male viene per nuocere - by Tayou_no_shoujo

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  1. Jraya
     
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    Non tutto il male viene per nuocere - by Tayou_no_shoujo

    Naruto tamburellò nervosamente le dita sulla cattedra e si rigirò cercando la posizione migliore per almeno la ventesima volta da quando era iniziata l’ora di ginnastica. Aveva subito un’operazione di appendicite ed era ancora in convalescenza, quella vecchiaccia di Tsunade gli aveva impedito di fare educazione fisica per evitargli traumi. Inutile dire quanto Naruto Uzumaki, ragazzo più iperattivo dell’intera scuola, stesse soffrendo a doversene stare a guardare, seduto tranquillo, i suoi compagni che si divertivano nell’unica ora in cui non si era costretti a starsene imprigionati dietro un banco. Se poi pensava al fatto che aveva perso una buonissima occasione per sfidare quel galletto di Sasuke la cui squadra stava vincendo suscitando la sguaiata ammirazione del suo fan club il suo umore non poteva che peggiorare. Che giornata schifosa sentenziò mentalmente esternando il suo sdegno in uno sbuffo sonoro.
    Improvvisamente la sua attenzione fu attirata da un forte rumore, alzò lo sguardo appena in tempo per vedere il bastardo colpito in faccia da una palla sparata alla velocità della luce cadere a terra a peso morto, decisamente molto poco Uchiha penso sogghignando. Subito le rappresentanti del fan club presenti si precipitarono a formare un crocchio intorno al loro eroe ferito, se fosse stato lui lo avrebbero sfottuto a morte o si sarebbero limitate a guardalo con sufficienza, con quello sguardo che di solito si regala ai moschini o alle zanzare prima di schiacciarli, l’umore del biondo subì un ulteriore deviazione verso il basso a questo pensiero. “Uzumaki” intimò il professore “portalo in infermeria visto che non hai niente di meglio da fare che sbuffare come uno stantuffo”. Si avvicinò, il bastardo era a terra supino, un livido rosso appena sotto lo zigomo destro, gli occhi chiusi, evidentemente doveva aver perso i sensi. L’Uchiha era il più grande zuccone che mai avesse conosciuto e che per scalfire la capa dura che si ritrovava ci voleva ben altro, non era affatto preoccupato. Allora perché aveva lo stomaco in subbuglio e le mani sudate? Se lo caricò sulle spalle e si avviò alla sua meta. Dio pesava veramente tanto, quel che si dice un falso magro: la giornata era veramente una giornata di merda.

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    Quando Sasuke aprì gli occhi la prima cosa che vide fu l’irritante faccia del dobe china su di lui che lo scrutava preoccupato “Sas’ke ti sei deciso a svegliarti, iniziavo quasi a pensare che quella tua testaccia dura avesse subito qualche danno e ci fossimo finalmente liberati dite” “Sta zitto idiota ho un mal di testa furioso” gracchiò il moro serrando nuovamente gli occhi e passandosi una mano sulla faccia “Ci credo, mamma Sas’ke avresti dovuto vederti” disse Naruto prima di iniziare a ridere sguaiatamente “Sei caduto come un sacco di patate, ahahahaha! Ma come hai fatto prenderla in faccia? L’avrebbe evitata un gatto di marmo, poi io sarei il dobe??” Sasuke osservò il biondo rotolare per terra tenendosi la pancia e bisbigliò in tono pericoloso “Ti giurò che appena mi riprendo ti estirpo dalla faccia della terra” “Ma sìììììì! Ahahahahiahahihihihi! Prendila con filosofia, ahahahahah, scusa, ma proprio non ce la faccio, sembrava quasi che tu l’avessi fatto apposta! Ahahahah!”. Naruto vide l’espressione di Sasuke avere un guizzo, un cedimento, da stizzita e apatica divenne improvvisamente simile a quella di un bimbo scoperto a mangiare della marmellata, per qualche secondo ebbe persino l’impressione che fosse arrossito e subito ritornò la solita; ma cosa diavolo poteva essere successo per far perdere a Sasuke Uchiha la solita imperturbabilità? Che avesse fatto centro? “Ma sei scemo?” chiese il moro cercando di rimanere ancora indifferente mentre un leggero rossore gli si diffondeva nuovamente sulle guance. BINGO! Pensò Naruto, ma che diavolo di senso aveva prendersi una palla in faccia volontariamente, cos’era un tentativo di suicidio? Una tecnica segreta per vincere? Un nuovo modo per deviare la palla? Fu proprio in quel momento che Naruto Uzumaki capì, con lampo di arguzia che sorprese lui stesso (e moltissimo anche noi). La palla gli sarebbe arrivata addosso se l’Uchiha non fosse intervenuto, come aveva fatto a non pensarci? Sorrise, quell’idiota l’aveva salvato di nuovo, lui e la sua mania di tirarlo fuori dai guai. Sorpreso si soffermò a osservarlo con un improvviso strano senso di tenerezza ad attanagliargli la gola: il viso era più carino del solito, quel rossore soffuso gli donava parecchio e i capelli neri un po’ sparsi sul cuscino un po’ ad incorniciargli i lineamenti affusolati ed eleganti lo esaltavano ancora di più, era bello, bello come una bellissima ragazza, era un peccato per il grosso segno sotto lo zigomo. Si sedette sul lettino in silenzio, reso incapace di parlare dal calore di quell’emozione indefinibile che gli si stava irradiando piano in tutto il corpo. Gratitudine? Affetto? Non gli importava.
    “Piantala di fissarmi così, se devi dire qualcosa fallo!” Sas’ke si trovò stranamente a disagio sotto quello sguardo così denso, anche se cercava di non darlo a vedere e si trovò ancora più a disagio quando Naruto spostò la mano a lato della sua testa posandola su lettino e usandola per puntellare il suo peso: ora erano faccia a faccia e il biondo continuava a fissarlo in quel modo strano dall’alto. Mantenendo il contatto visivo costante Naruto poggiò l’altra mano sulla guancia ferita in quella che Sasuke catalogò come una carezza “Sas’ke” sussurrò mentre la mano saliva piano e si intrecciava nei suoi capelli, era un contatto caldo, morbido e ,al moro doleva ammetterlo, molto piacevole. Il biondo inizio ad abbassarsi lentamente e inesorabilmente, voleva baciarlo pensò allarmato il corvino mentre il cuore inizia a battergli a mille, questo avrebbe dovuto mandarlo in bestia ma evidentemente il suo cervello aveva subito qualche danno e così invece che a strangolarlo si trovò a socchiudere gli occhi e ad umettarsi le labbra come se non stesse aspettando altro mentre il cuore continuava la sua folle corsa. Quando Naruto fece combaciare le loro fronti si accorse di trattenere il fiato e quando il biondo si fermò a pochi millimetri dalle sua labbra credette di morire; sentiva il respiro caldo di Naruto sulla sua bocca e una vampata di calore sciogliergli piano le interiora: il profumo, quel profumo lo stava stordendo a tal punto da fargli girare la testa. Chiuse del tutto gli occhi aspettando di sentire quella bocca premuta sulla propria ma ciò non avvenne sentì Naruto sussurrare dolcemente “grazie di avermi salvato” per poi alzarsi morbidamente allontanarsi e uscire dalla porta. Sas’ke rimase in stato confusionale per qualche secondo poi con balzo fu giù dal letto: quel coglione gliela avrebbe pagata. Uscì dall’infermeria raggiunse Naruto che camminava con lentezza, lo prese per i polsi e lo sbatté al muro con tutta l’intenzione di dargliele di santa ragione, ma per qualche inspiegabile motivo si trovò a baciarlo con foga e passione col cuore che gli martellava di nuovo nel petto, constatando quanto fossero effettivamente morbide a carnose quelle labbra e ingaggiando con la lingua dell’altro una danza sensuale e dannatamente piacevole, così dannatamente piacevole che si trovarono a gemere piano uno nella bocca dell’altro. Quando si staccarono Naruto lo guardò raggiante stringendo di più le mani tra le sue, ora le loro dita erano misteriosamente intrecciate, “Visto Teme con la testa dura che hai, ti ci vuol poco per farti riprendere..” disse alludendo alla sua guarigione lampo, la sua risata spenta subito dalle labbra del moro. Sasuke mentre lasciava un bacio leggero sulla bocca dell’Uzumaki per poi posarne subito un altro sul naso, uno sullo zigomo, uno sulla palpebra destra, uno sulla fronte, si chiese come fosse possibile il fatto che quando era in compagnia della testa quadra si trovava a fare le cose più assurde, come salvarlo dalla situazioni più impossibili o vezzeggiarlo e coccolarlo guardando i cambiamenti di espressione del viso brunito estasiato come una ragazzina innamorata, forse la risposta era in quel legame fortissimo che li legava fin da piccini e che era resistito negli anni ai suoi colpi di testa, compresa la sua fuga da scuola, il suo aver frequentato giri come quello di Orochimaru, il suo aver tentato di rinnegare quel legame e che pian piano si era evoluto passando da bellissima amicizia a qualcosa di più, qualcosa a cui non voleva dare un nome. Forse. Ma per ora non era il momento di rendere il dobe partecipe di quella scoperta, avevano altro da fare…
     
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0 replies since 13/8/2009, 05:25   179 views
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