La varianza nel poker: fortuna o sfortuna?

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    NON FUMARE SIGARETTE CHE HAI SOLO DUE POLMONI... fuma gran canno

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    “Un giorno un cinese entro’ nella stalla, e vide che il suo cavallo era fuggito. Tutta la famiglia comincio’ a piangere per la disgrazia, ma il cinese disse: “E chi vi dice che sia una disgrazia?”. Infatti di li’ a poco il cavallo torno’ portandosene dietro parecchi altri incontrati nella prateria. La famiglia giubilo’ di quella fortuna, ma il cinese disse; “E chi vi dice che sia una fortuna?”. Infatti di li’ a poco il figlio volle montare uno di quei cavalli, cadde e si ruppe una gamba. Di nuovo tutta la famiglia si mise a piangere per la disgrazia, ma il cinese disse: “E chi vi dice che sia una disgrazia?”. Infatti di li’ a poco scoppio’ la guerra e il figlio, avendo la gamba rotta, fu esentato dall’ andarci…

    Quella che nel poker molti chiamano con il termine di “sfortuna”, nella statistica, scienza esatta che con la rigida ragione dei numeri non tollera il concetto di caso, viene indicata come “varianza”. Cos’è dunque la varianza? Semplicemente, se in una situazione di preflop abbiamo altissime probabilità di vittoria, con un A-A e oppo ha un 2-2, ma setta un pazzesco due al flop, invece di maledire percentuali sbagliate dobbiamo cercare, quanto possibile, di stare calmi e pensare alla varianza. In sostanza se avevamo un 80 % di vincere, questo sarà più vero nel lungo termine, e nel caso specifico si, possiamo e dobbiamo comprendere che possiamo anche perdere. Per capire ancora meglio, pensiamo ad una moneta. Che esca testa o croce c’è ovviamente il 50% di possibilità, ma non è assurdo e penso sia capitato a tutti che possa uscire anche molte volte consecutivamente testa o croce. Se però la moneta viene lanciata moltissime volte il risultato tornerà statisticamente più vicino al 50%, più volte la moneta viene lanciata e più il risultato tenderà al 50%. Questa è la radice della varianza e l’esempio della moneta già riesce a farci intuire quello che dobbiamo fare nel nostro gioco per eliminare quella che viene chiamata erroneamente “sfortuna”.

    L’unica soluzione per superare questa “logica contraddizione” è rimanere solidi nel nostro gioco, giocare molto e continuare a fare le scelte giuste perché nel lungo termine verremo premiati. Quindi occhio alla gestione dello stack e valutare bene le scelte su un range molto ampio. Come nel basket, quello che dicono tutti gli allenatori è “se sei libero continua a tirare anche se la palla non entra”. Un paio di tiri sbagliati infatti, possono far perdere concentrazione e fiducia. Si può credere di essere sfortunati e entrare in una pericolosa spirale e diventare di colpo perdenti. Per questo serve calma, costruire un gioco solido e continuare a ripeterlo con piena fiducia. Siamo stati sfortunati? Come nell’apologo cinese riportato all’inizio dell’articolo bisogna dire “forse”. Il tempo e non un singola partita o mano, senza dubbio statisticamente ci darà ragione e il donk che pusha cercando il 2 al flop, lentamente si rivelerà per quello che è. Se poi qualcuno è ancora convinto che il poker sia unicamente un gioco di fortuna, inutile tentare di dedicarsi a questa raffinata arte e meglio comprare il gratta e vinci. Mentre tentare di comprenderne le logiche di fondo, come nella varianza, aiuta a capire molte altre cose. In latino il termine “fortuna” significa sia fortuna che sfortuna, quindi semplicemente “fato”. Se pensiamo che i romani hanno conquistato il mondo, quindi di certo non sono cretini, possiamo capire meglio come i grandi giocatori non vincono a poker perché “hanno culo”, ma tengono conto di un maggior numero delle infinite variabili possibili nel gioco in relazione al proprio avversario, quindi dare una mano al nostro “fato” non solo è solo possibile, ma assolutamente necessario.
     
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