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NON FUMARE SIGARETTE CHE HAI SOLO DUE POLMONI... fuma gran canno
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WASHINGTON / L’annuncio della morte di Steve Jobs è stato dato al mondo dall’azienda che lui stesso ha creato e nutrito. Una foto in bianco e nero con solo l’anno di nascita e quello della morte, che porta dietro di se il dolore di chi lo ha ammirato in tutti questi anni. Ma anche di chi lo ha visto consumarsi lentamente a causa del tumore al pancreas annunciato al mondo qualche anno prima, e che lo ha costretto a dimettersi da amministratore delegato dell’azienda solo qualche mese prime, cedendo il suo posto a Cook.
Le sue condizioni di salute erano peggiorate, come rivelano le foto scattate lo scorso febbraio all’ingresso del Centro oncologico di Stanford, dove si curava anche Patrick Swayze. Immagini piene di dolore, per un Jobs lottatore palesemente divorato dalla malattia. “Mito e genio” è stato definito prima e dopo l’annuncio della sua morte, ma mortale. E nonostante i potenti mezzi di cui poteva disporre non è riuscito a trovare la salvezza da una delle neoplasie più difficili da curare: il tumore al pancreas. Una malattia difficile, che attacca un organo strettamente collegato con gli altri organi dell’addome. Difficile da localizzare,ancor più da asportare chirurgicamente. Operazioni molto impegnative che sono associate a una mortalità che può arrivare al 10 per cento e che, in ogni caso, si diffondono in modo molto rapido. Forse troppo.
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Morto Steve JobsAddio al genio che ha cambiato il mondo della tecnologia |
